Cosa succede se non pago Equitalia? È una domanda molto diffusa, in particolar modo se pensiamo alle difficoltà del momento storico che attraversiamo. Avere diversi debiti, ricevere cartelle di pagamento che non si possono saldare, è una cosa molto più comune di quanto si pensi.
Numerose persone pensano che se non si paga Equitalia si rischia di essere segnalati al CRIF (Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria). No, a rischiare la segnalazione presso questa società sono solo coloro che non hanno fatto fronte a debiti con istituti bancari o sono incorsi in disguidi pagando con assegno. Allora, cosa succede se non paghi Equitalia? Vediamolo insieme.
Se non paghi Equitalia rischi il pignoramento
Quando si contraggono debiti con Equitalia, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (subentrata al Gruppo Equitalia nel 2017), su richiesta dell’ente creditore, notifica al debitore la somma da restituire. E lo fa tramite cartella di pagamento. Quest’ultima oltre a racchiudere in sé tutti i dati relativi al debito e i metodi di pagamento, allo stesso tempo funge da:
- Atto esecutivo
- Precetto (ovvero da ultimo avviso di pagamento).
Come è possibile sapere se ci sono cartelle non pagate? È semplice. Basta controllare la propria situazione. Per farlo è necessario presentare una richiesta all’Agenzia delle Entrate-Riscossione presso un comune sportello oppure on line cliccando su Accedi al Servizio. In tal modo sarà possibile:
- Verificare le procedure in corso
- Pagare le cartelle
- Controllare le rateizzazioni.
Cosa succede se non si paga la cartella Equitalia?
Il debitore ha 60 giorni di tempo, dalla notifica dell’atto, per pagare la cartella. Scaduti i termini, il rischio è di incorrere nell’intimazione di pagamento fino al pignoramento.
Pignoramento e procedura esecutiva
Ecco la risposta al quesito inziale: “Non pago Equitalia: cosa succede?”. Si va incontro al pignoramento, ovvero a una espropriazione forzata dei beni personali. Non è un segreto infatti che
Il pignoramento di fatto dà avvio alla procedura esecutiva.
Il pignoramento interessa:
- Beni immobili del debitore, anche se in comproprietà con terzi, come ad esempio il coniuge (Leggi pure Debiti Equitalia: Cosa Rischia Il Coniuge), ad esclusione della residenza.
- Beni mobili che si trovano all’interno della casa o della azienda (come ad esempio: gioielli, denaro, arredo, etc.)
- Stipendio/pensione (entro i limiti stabiliti per legge)
- Conto corrente bancario o postale (sempre nel rispetto dei limiti imposti dalla normativa).
Come si legge direttamente dal sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione: “l’espropriazione forzata è preceduta dalla notifica dell’avviso di intimazione in tutti i casi in cui la notifica della cartella di pagamento sia avvenuta da più di un anno”.
Avvenuta la notifica, il debitore ha 5 giorni di tempo per saldare il debito. Fermo restando che, nel caso in cui la normativa lo permetta, è comunque possibile chiedere la rateizzazione del debito o la sospensione legale della riscossione.
È opportuno sottolineare, infine, che se il debito è inferiore a mille euro, si passa all’esecuzione dopo 120 giorni dall’invio della notifica, a mezzo posta ordinaria, del debito.
Cosa comporta il pignoramento?
Una volta che i beni sono stati pignorati vengono messi in vendita tramite asta, pubblico incanto o tramite qualsiasi forma prevista dalla legge. Ad occuparsene è direttamente l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, che per procedere non ha bisogno dell’autorizzazione del giudice. È opportuno sottolineare, inoltre, che i beni pignorati non possono essere assegnati, né acquistati dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
E se non si ha un reddito o beni da pignorare? Il debito persiste (salvo prescrizione), per poi passare un giorno agli eredi del debitore. Gli eredi possono fare qualcosa in merito? Sì, possono rifiutare l’eredità entro 10 anni o accettarla il beneficio di inventario.
A questo indirizzo trovi un approfondimento sui debiti Equitalia e gli eredi.
Procedura cautelare
Abbiamo accennato poco sopra che il pignoramento è di fatto la risposta alla domanda che ci siamo posti inizialmente: cosa succede se non pago Equitalia! È anche vero, però, che l’Agenzia Entrate-Riscossione può ricorrere a quella che viene definita procedura cautelare. Di che si tratta?
Le procedure cautelari sono di fatto procedure strumentali che tutelano il credito affidato all’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
E sono di due tipi:
- Fermo amministrativo dei veicoli intestati al debitore
- Ipoteca su uno o più immobili (debiti superiori ai 20 mila euro).
In entrambi i casi si procede con una comunicazione preventiva che concede al debitore 30 giorni di tempo dalla notifica per estinguere il debito contratto. Scaduti i termini, l’Agenzia ha la facoltà di procedere con l’iscrizione della procedura cautelare.
Per consultare la guida al Fermo Amministrativo dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, clicca qui.
Prescrizione dei debiti Equitalia
Vediamo adesso un’altra cosa. È possibile che i debiti Equitalia vengano prescritti? In modi diversi, in relazione alla natura del tributo e all’atto con il quale sono liquidati, è possibile. Capiamo insieme come.
- Tributi erariali (quali ad esempio IRPEF, IVA, IRES etc) vengono prescritti nel termine di 10 anni, dalla scadenza del termine di pagamento (60 giorni dalla notifica).
- Sanzioni in 5 anni decorrenti dallo stesso momento.
- Tributi locali periodici (come la TARSU, TOSAP, ICI e IMU) si prescrivono nel termine di 5 anni.
Ricordiamo infine che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha la facoltà di fermare il decorso del termine di prescrizione. E può farlo ricorrendo di nuovo alla notifica della cartella di pagamento, piuttosto che all’intimazione al pagamento o al pignoramento.
Per saperne di più sulla prescrizione leggi questo approfondimento: Debiti Equitalia e prescrizione.