Debiti Equitalia: gli eredi sono chiamati a rispondervi? In linea generale è possibile dire che i debiti del soggetto defunto passano inevitabilmente agli eredi.
Ciò però non succede se gli eredi rifiutano l’eredità entro i dieci anni successivi all’inizio della successione oppure in altre casistiche particolari che vedremo meglio nei paragrafi seguenti.
Introduzione
Cosa accade, nel caso delle cartelle di defunti emesse per il pagamento dei debiti Equitalia? Le cartelle, di fatto, vengono trasmesse agli i eredi.
Infatti, secondo quanto prescritto dall’Art. 65 del Decreto del Presidente della Repubblica del 29/09/1973 n. 600 (Modificato da: Decreto legislativo del 09/07/1997 n. 241 Articolo 8):
Gli eredi rispondono in solido delle obbligazioni tributarie il cui presupposto si è verificato anteriormente alla morte del dante causa.
Cosa si intende per “solido“? Semplicemente che Equitalia può pretendere che gli eredi paghino integralmente l’importo dovuto in origine. L’erario, di fatto, può quindi richiede la responsabilità solidale degli eredi, andando oltre il principio della ripartizione per quote. Questo vuol dire che è possibile richiedere il pagamento del debito Equitalia agli eredi.
Attenzione, però.
Non è possibile però addebitare le eventuali sanzioni correlate. Queste ultime, infatti, hanno un carattere del tutto personale e come tali non rientrano tra i debiti del defunto trasmissibili agli eredi che hanno accettato l’eredità. A sancirlo è l’Art. 8 del Decreto Legislativo 18 dicembre 1997, n. 472 che, in riferimento all’intrasmissibilità delle sanzioni agli eredi, stabilisce testualmente che:
L’obbligazione al pagamento della sanzione non si trasmette agli eredi.
Approfondiamo l’argomento e cerchiamo di venire a capo delle diverse situazioni nelle quali è possibile evitare che i debiti Equitalia si ereditino.
Debiti Equitalia: quando non si ereditano?
Parlando dello spinoso argomento debiti Equitalia ed eredi, ci si chiede se sia possibile difendersi dai debiti Equitalia che si ereditano. O per meglio dire: è possibile difendere il patrimonio personale dai debiti ereditari, limitandone le conseguenze?
Si! vediamo in quali casi.
#1 Rinuncia all’eredità o accettazione con beneficio di inventario
Diciamo subito che:
Solo in questo frangente, come accennato, i soggetti interessati assumono la qualità di eredi, accettando di fatto oneri e onori che derivano dalla stessa eredità.
È possibile limitare le conseguenze che ne derivano? Gli eredi possono:
- Rinunciare all’eredità
- Accettare l’eredità con il beneficio d’inventario.
Vediamo cosa prevedono le due soluzioni.
Rinuncia dell’eredità
Quando si può rinunciare all’eredità? Nel momento in cui si apre la successione e i soggetti interessati sono chiamati a decidere se accettare o meno il carico pendente del defunto. Prima di procedere con qualsiasi tipo di decisione è consigliabile capire qual è la situazione debitoria preesistente, richiedendo all’Agenzia delle Entrate un estratto di ruolo, al fine di verificare quali sono gli insoluti.
La rinuncia all’eredità ha effetti retroattivi. Questo vuol dire che, in caso di rinuncia, l’erede figura come un soggetto che non è mai stato chiamato in causa.
Come si rinuncia all’eredità? Bisogna rivolgersi a un cancelliere del tribunale territoriale oppure a un notaio.
Nel caso di conviventi del defunto, i tempi si accorciano, riducendosi a 3 mesi dall’inizio della successione e dalla redazione dell’inventario. Trascorsi 40 giorni è necessario comunicare se si vuole o meno accettare l’eredità o se la si accetta con beneficio di inventario. Se il coniuge o i figli conviventi non esprimono una scelta divengono eredi a tutti gli effetti e non è loro concesso cambiare idea.
Eredità con beneficio di inventario
Infine parliamo dell’inventario, un’operazione di fondamentale importanza per gli eredi che desiderano beneficiare della limitazione della responsabilità patrimoniale. In generale è possibile dire che:
In base a quanto previsto dall’articolo 490 del codice civile, il beneficio di inventario separa il patrimonio del defunto da quello dell’erede, che così può tutelarlo da eventuali creditori.
In questo modo, in pratica, l’erede è titolare di due patrimoni distinti:
- personale
- ereditario.
L’accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario, tutelando il patrimonio personale, rende quindi vulnerabili e soggetti ad aggressione da parte dei creditori solo i beni ereditati. Anche in questo caso le tempistiche sono ben precise e definite: gli eredi 10 anni e 3 mesi per i coniugi che sono in possesso di beni del defunto.
#2 Vizi di forma
Come abbiamo accennato, in relazione ai debiti del de cuius, gli eredi sono chiamati a rispondere. Vi sono però dei vizi di forma che consentono di venir meno a questo obbligo. In primo luogo è necessario tenere in considerazione che il titolo di erede si acquista solo quando l’eredità viene accettata. Questo implica che un erede potenziale, ovvero un soggetto che non ha ancora comunicato se accetta o meno l’eredità, non può ricevere alcuna intimazione.
Ancora. Ulteriori appigli sono:
- Il luogo di notifica della cartella
- L’intestazione della cartella.
È opportuno considerare che gli eredi sono chiamati a comunicare il decesso del de cuius all’Agenzia delle Entrate. Prima di tale comunicazione tutte le notifiche devono essere inviate al domicilio di residenza del defunto e intestate a tutti gli eredi impersonalmente e collettivamente (es: Eredi del sig. Paolo Bianchi) e non solamente il nome del defunto.
Trascorsi 30 giorni dalla comunicazione le notifiche non giungono più al domicilio del defunto ma al domicilio di ciascun erede, con il loro nome e cognome (es. Sig. Emanuele Bianchi). In caso contrario, la cartella può essere considerata non valida.
Per poter beneficiare di questa norma è necessario che la cartella non sia stata impugnata preventivamente. In tal caso, infatti, il vizio risulterebbe sanato.
#3 Prescrizione della cartella di pagamento
Ecco un’altra cosa da sapere quando si parla di debiti Equitalia ed eredi. La notifica della cartella esattoriale deve rispettare i termini di prescrizione stabiliti.
Quindi, nel caso in cui si pensi che possa arrivare a breve una cartella da pagare del defunto, è possibile rimandare quanto più possibile l’accettazione dell’eredità, cercando di non accelerare l’avanzare delle pratiche relative alla successione (ad esclusione della dichiarazione di successione obbligatoria entro un anno). Nel momento in cui la cartella viene notificata può essere impugnata davanti a un giudice, dal momento che la stessa è stata inviata a un soggetto che di fatto non è ancora erede.
Prima di procedere a qualsiasi tipo di pagamento, quindi, è necessario non solo capire quale sia la natura del debito, ma soprattutto capire a quale tipologia di prescrizione è soggetto.
Per ulteriori approfondimenti sul tema della prescrizione delle cartelle si rimanda a questo indirizzo: https://www.usciredaidebiti.it/debiti-equitalia-prescrizione/