Debiti Equitalia: il coniuge è chiamato a risponderne anche se vi è una separazione dei beni? È una domanda che si pongono in molti, ed è per questo che oggi cercheremo di rispondervi in maniera chiara ed esaustiva.
Iniziamo con il dire che i debiti Equitalia sono insoluti che un cittadino ha verso Enti, che possono essere pubblici o privati. Ai debitori, su richiesta degli Enti creditori, viene inviata una cartella di pagamento contenente le specifiche del debito, l’importo da restituire e le spese legate alla procedura.
In Italia le riscossioni ad oggi vengono effettuate dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione un ente che fa capo all’Agenzia delle Entrate, subentrato al Gruppo Equitalia nel 2017.
Per comprendere al meglio che cosa succede ai beni di un nucleo famigliare quando si tratta di dover far fronte a debiti Equitalia in regime di separazione dei beni, è opportuno analizzare gli ultimi sviluppi della giurisprudenza, che più volte si è espressa chiaramente sull’argomento.
Debiti Equitalia: coniuge e separazione dei beni
Entriamo subito nel vivo dell’argomento, precisando che cosa si intende per comunione dei beni e regime di separazione. E soprattutto cosa implica per il coniuge la separazione, nel caso in cui vi siano debiti verso l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (ex Equitalia).
Cominciamo con il definire la comunione dei beni. Quando i coniugi scelgono questa opzione, i beni comprati durante il matrimonio sono di proprietà di entrambi i coniugi al 50%. La comunione non vuol dire possedere un bene a metà, ma disporre insieme dell’intero. Questo implica che per disporre dei beni è necessario che i coniugi diano entrambi il proprio consenso. Passiamo adesso a un’altra definizione.
La separazione dei beni è un regime patrimoniale, scelto dai coniugi, come legale alternativa al regime di comunione dei beni. Regime quest’ultimo che si instaura in automatico nel caso in cui i coniugi non decidano per un diverso regime patrimoniale.
Quando vi sono situazioni debitorie, ad essere intaccati sono i beni che risultano essere cointestati ai coniugi (ossia i beni che i coniugi hanno comprato in comproprietà), anche nel caso in cui sia vigente una separazione dei beni. Questi beni sono quindi pignorabili per i debiti contratti da un solo coniuge. Attenzione però, il pignoramento interessa solo il 50% del bene in questione.
Facciamo un esempio pratico per comprendere meglio la situazione. Se due coniugi hanno un conto corrente cointestato e lì vi sono depositati 6 mila euro, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può procedere con un pignoramento che non superi i 3 mila euro. L’istituto bancario, pertanto, è chiamato a sottrarre questa cifra a favore dell’esattore. I coniugi hanno 60 giorni per estinguere il debito. Scaduti i termini la somma pignorata viene trasferita all’Agente della Riscossione.
Debiti Equitalia e regime patrimoniale
Ci siamo chiesti come ci si comporta con i debiti Equitalia nel caso di coniuge separato. In questo specifico caso, il coniuge è chiamato a rispondere dei debiti contratti dall’altro? La risposta non è scontata e dipende fondamentalmente dal regime patrimoniale che intercorrente tra moglie e marito.
Come abbiamo visto poco sopra, tutti i beni cointestati, anche se in regime di separazione dei beni, possono essere pignorati per far fronte ai debiti contratti da un coniuge (massimo per il 50%). E poi? Cosa succede negli altri casi?
La giurisprudenza si è espressa senza incertezze sulla questione debiti Equitalia e coniuge, affermando che in linea generale, i debiti di un coniuge non intaccano i beni che sono di esclusiva proprietà dell’altro coniuge. I beni personali, infatti, possono tutt’al più rispondere (per metà del credito), per le obbligazioni contratte dai coniugi per il soddisfacimento delle necessità della famiglia.
La cosa invece cambia se all’interno del matrimonio vige il regime di comunione dei beni. È evidente che in tal caso ad essere in pericolo è anche il conto corrente intestato solo a uno dei coniugi. Con un pignoramento, anche in questo caso, che non può superare il 50%.
Ricordiamo infine che nel se vige una comunione legale, i beni sono aggredibili al 100%.
Comunione o separazione dei beni?
Facciamo il punto della situazione. Quando uno dei due coniugi contrae dei debiti, tutte le azioni intraprese per la divisione dei patrimoni, quali ad esempio la separazione dei beni o quella consensuale, possono essere revocate entro cinque anni.
A questo punto è lecito chiedersi: conviene di più la comunione o la separazione dei beni?
Schematizzando al massimo le due opzioni, abbiamo che:
- In caso di comunione dei beni, l’Agente della Riscossione può pignorare il 50% di tutti i beni che ricadono all’interno della comunione, al di là del soggetto a cui sono intestati. La corresponsabilità debitoria vale per qualsivoglia tipologia di debito con il fisco.
- Invece, nel caso di separazione dei beni, l’Agente della Riscossione può pignorare solo il 50% dei beni cointestati. Anche in questo caso la corresponsabilità vale anche per i debiti contratti con il Fisco.
In conclusione, potremmo dire che la risposta è una sola. In caso di debiti Equitalia al coniuge conviene la separazione dei debiti.