Secondo pignoramento dello stipendio

Secondo pignoramento dello stipendio

Ilenia Albanese
Esperta problemi debitori

Quando si contraggono dei debiti che non si riescono a ripagare si è a rischio di pignoramento, non solo della prima e della seconda casa, ma anche sullo stipendio. Ma sullo stipendio si può avere anche un secondo pignoramento, nei casi che vedremo in questo articolo di approfondimento.

Il pignoramento dello stipendio è anche detto pignoramento presso terzi poiché il creditore non si rivolge al debitore per riscuotere il credito, ma al suo datore di lavoro.

Per capire come funziona il pignoramento dello stipendio, quali sono i limiti e se è possibile effettuare un secondo pignoramento dello stipendio, continua a leggere.

Come funziona il pignoramento sullo stipendio

Il patrimonio del debitore può essere attaccato dal creditore in diversi modi. Alcuni esempi sono le ipoteche sulla casa o il pignoramento della prima e delle seconde case che andranno vendute all’asta.

Ma il creditore, per ottenere la somma che gli spetta, può rifarsi anche sullo stipendio del debitore. Il pignoramento dello stipendio, pur non rimborsando l’intero ammontare del credito, garantisce al soggetto creditore un accredito mensile che nel tempo lo ripagherà dell’intera somma.

Al contrario di altre tipologie di pignoramento, nel caso dello stipendio questo non viene sequestrato. Invece, la parte spettante al creditore verrà sottratta al debitore ed incassata da colui che vanta il credito. Di conseguenza, si tratta di una forma di riscossione molto più veloce rispetto alle altre, come ad esempio il pignoramento della casa che richiede l’ipoteca e la vendita all’asta.

Si parla di “pignoramento presso terzi” poiché avviene quando un terzo, un soggetto diverso dal debitore, dispone dei beni del debitore. Ciò avviene quando il creditore si rivolge al datore di lavoro del debitore per pignorare parte dello stipendio.

I terzi, quindi, possono essere: il datore di lavoro, l’istituto bancario presso il quale viene depositato lo stipendio, i clienti e altri creditori.

La notifica del pignoramento può inviarla sia il creditore che lo stesso soggetto terzo.

Come viene pignorato lo stipendio

Pur essendo un metodo veloce, il secondo pignoramento dello stipendio, così come il primo, richiedono una procedura prestabilita e prevedono una serie di passaggi formali.

Questi prevedono:

  1. Una lettera di diffida da parte del creditore o del suo avvocato
  2. Avvio della pratica in Tribunale per ottenere il decreto ingiuntivo da notificare al debitore
  3. Il Tribunale emette un precetto prima di procedere al pignoramento

Se il debitore, pur ricevendo il precetto del Tribunale, continua a non corrispondere il pagamento del debito si procede con il pignoramento. Il debitore riceve, quindi, l’atto di pignoramento da parte del creditore e del pubblico ufficiale. Trascorsi 10 giorni dall’avvenuta consegna, il datore di lavoro o l’istituto di credito comunicano tramite PEC o raccomandata a/r l’importo dello stipendio del dipendente debitore.

Successivamente debitore e creditore vengono chiamati a comparire in tribunale per la prima udienza in cui viene autorizzato il pignoramento dello stipendio. Ne consegue che il debitore si ritroverà una trattenuta in busta paga.

Quando pignorano lo stipendio?

Lo stipendio può essere pignorato quando si contraggono dei debiti di diversa natura. Infatti, lo stipendio può essere aggredito dal creditore nel caso in cui il debitore sia insolvente, vale a dire che non ha provveduto a ripagare il debito contratto.

La legge fa una distinzione tra tre categorie di debiti per cui si può procedere al pignoramento dello stipendio:

  • Debiti con il Fisco con l’Agenzia delle Entrate (ex. Equitalia)
  • Debiti alimentari: come l’assegno di mantenimento dell’ex moglie e dei figli
  • Altri debiti: ad esempio con banche, finanziarie e terzi

Stabilire queste tre categorie ci aiuterà a capire quali sono i limiti imposti sul primo e sul secondo pignoramento dello stipendio.

Se il debitore ha richiesto un finanziamento attraverso la cessione del quinto, ciò non può impedire al creditore di richiedere sia il primo che il secondo pignoramento sullo stipendio.

Invece, il pignoramento cessa nel caso in cui il debitore perde il lavoro e non percepisce più uno stipendio. Nel momento in cui il debitore trova un altro lavoro, il creditore può richiedere un nuovo pignoramento presso il nuovo datore.

Secondo pignoramento sullo stipendio: quali sono i limiti?

Lo stipendio è, in genere, il principale mezzo di sostentamento di un soggetto. Di conseguenza, la legge stabilisce dei limiti al pignoramento dello stipendio.

La legge stabilisce che lo stipendio può essere pignorato fino ad un massimo di un quinto del totale netto percepito. Possono, tuttavia, rientrare nel pignoramento anche gli straordinari e i rimborsi spesa.

Per i pignoramenti relativi alla stessa categoria che abbiamo visto nel paragrafo precedente, il limite rimane quello di un quinto dello stipendio. Invece, nel caso di più pignoramenti, ossia del secondo pignoramento dello stipendio, il limite è pari alla metà dello stipendio.

Il limite di un quinto o di metà dello stipendio permette al debitore di percepire, nonostante il pignoramento, il cosiddetto minimo vitale.

Invece, per il secondo pignoramento sullo stipendio relativo alla stessa categoria, quest’ultimo viene “messo in coda”. Vale a dire che il secondo debito verrà ripagato con parte dello stipendio solamente dopo che il primo è stato saldato per intero.

Pignoramento dello stipendio: altri limiti

Per quanto riguarda i debiti con l’Agenzia delle Entrate, la quota pignorabile ammonta a:

  • 1/10 dello stipendio se il debito è inferiore a €2.500
  • 1/7 dello stipendio se il debito è inferiore a €5.000
  • 1/5 dello stipendio se l’importo del debito supera i €5.000

Per tutti i debiti, esclusi quelli con il Fisco, pur essendoci un limite sulla percentuale di stipendio pignorabile, non esiste alcuna soglia minima soggetta al pignoramento.

Vale a dire che, a prescindere dall’ammontare dello stipendio, questo sarà pignorabile per un quinto se i debiti appartengono ad una sola categoria e fino ad un massimo di metà dello stipendio quando si hanno più debiti da riscuotere.

Tuttavia, nel caso in cui l’accredito dello stipendio è avvenuto prima del pignoramento, la somma pignorabile è pari all’importo eccedente la misura dell’assegno sociale (pari a 468,10 euro) moltiplicato per tre, vale a dire 1404,30 euro.

Ad esempio: se sul conto corrente ci sono 5.000 euro, la somma massima pignorabile sarà di 3.595,70 euro, che corrisponde alla differenza tra il totale detenuto sul conto e l’assegno sociale moltiplicato per tre.

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